Pirandello a Łódź ovvero Adam Hanuszkiewicz mette in scena Così è (se vi pare)
Abstract
Nel presente articolo si tratta dell’allestimento di Così è (se vi pare) di Pirandello che ebbe un successo notevole sul palcoscenico del Teatr Powszechny a Łódź nel 1989. Questa rappresentazione fu importante non solo per la carriera del regista, Adam Hanuszkiewicz, ma anche per la ricezione della produzione pirandelliana di cui le vicende non furono fino ad allora particolarmente favorevoli. Essa propose nuove possibilità interpretative fin qui celate dell’opera dell’autore italiano. Di fatti, oltre a trasgredire le convenzioni sceniche, secondo alcuni ormai desuete, il Siciliano mise avanti una nuova drammaturgia frammentaria e apparentemente incompiuta che si concentra piuttosto sulla “vita” che sull’“azione prettamente agonistica”. Esponendo un nuovo paradigma del “dramma-della-vita” che sta in netta oposizione al “dramma-nella-vita”, ossia “dramma assoluto”, egli diede vita alla drammaturgia moderna e contemporanea. Aderendo all’ottica teatrale e drammatica di Pirandello, Hanuszkiewicz tende dunque a liberare l’autore di Enrico IV dalle tradizionali interpretazioni che si focalizzavano essenzialmente sul suo sistema chiamato “pirandellismo” oppure sul presunto “esistenzialismo”. Il regista polacco non esitò ad adottare il dramma ai tempi moderni, senza però intaccare i presupposti “ideologici” dell’opera: Hanuszkiewicz la rilesse secondo la chiave contemporanea ed anche profondamente personale, scoperchiandone il suo carattere sempre attuale nonché universale che poteva essere accolto con comprensione e ammirazione non solamente in Italia. L’articolo ripercorre quindi la fortuna dello spettacolo che, al pari dei Giganti della montagna, messo in scena da Izabella Cywińska (1974), aprì una nuova strada alla riscoperta dell’opera dello scrittore agrigentino. In this article we are talking about the staging of Pirandello’s So It Is (If You Think So) who had a remarkable success on the stage of the Teatr Powszechny in Łódź in 1989. This representation was important not only for the career of the director, Adam Hanuszkiewicz, but also for the reception of Pirandello’s dramatic production, of which the fortune was not until then particularly favorable. It proposed new interpretative possibilities hitherto hidden in the work of the Italian author. In fact, in addition to transgressing the stage conventions, according to some by now obsolete, the Sicilian put forward a new fragmentary and apparently unfinished dramaturgy that focuses rather on “life” than on “purely agonistic action”. By exposing a new paradigm of the “drama-of-life” which stands in clear opposition to the “drama-in-life”, that is “absolute drama”, he gave birth to modern and contemporary dramaturgy. Adhering to Pirandello’s theatrical and dramatic outlook, Hanuszkiewicz therefore tends to free the author of Henry IV from traditional interpretations that focused essentially on his system called “pirandellism” or on the alleged “existentialism”. The Polish director did not hesitate to adopt the drama in modern times, without however affecting the “ideological” presuppositions of the work: Hanuszkiewicz reinterpreted it according to the contemporary and also deeply personal key, discovering its always current and universal character that could be accepted with understanding and admiration not only in Italy. The article therefore traces the fortune of the dramatic performance which, as same as The Mountain Giants, staged by Izabella Cywińska (1974), opened a new road to the rediscovery of the work of the writer from Agrigento.
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